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home > concerti > Dave Gahan, Milano, 24/11/03
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Dave Gahan
24 novembre 2003, Alcatraz di Milano
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Ero molto curioso di vedere il concerto di Dave Gahan, cantante dei Depeche Mode, dopo l'uscita di Paper Monsters, il suo primo disco solista (cioè un disco in cui ha scritto da solo musica e testi).

Arrivo all'Alcatraz alle 20:00. Nonostante sia una discoteca da 5000 posti, è quasi vuota. Ci saranno 500 persone. Dato che manca solo un'ora al concerto, è chiaro che non ci sarà il tutto esaurito. Si poteva prevedere: da solo, Dave Gahan piace meno di quando canta nei Depeche Mode. Anche se Paper monsters ha avuto successo di vendite e giudizi positivi dalla critica. Insomma: la gente non è lì per le canzoni di Paper monsters, ma perché sa che Gahan canterà anche i successi dei Depeche Mode.

Il pubblico è molto vario. Ci sono alcuni adolescenti, molti ragazzi di vent'anni, altrettanti dai 30 in su e qualche uomo sopra i 40. Me l'aspettavo: Gahan canta nei Depeche Mode dal 1981. Lo conosce gente di più generazioni. Il pubblico non si distingue solo per l'età, ma anche per i vestiti. C'è di tutto, da chi è venuto in giacca e cravatta (a un concerto rock!) a chi segue le mode più strane.

Il palco è una struttura metallica molto semplice. Gli strumenti sono già lì: due batterie, un basso, due chitarre, due tastiere e perfino un contrabbasso! I tecnici iniziano il sound check, cioè il controllo degli strumenti prima del concerto. Dietro il palco, un'enorme tenda grigia con grandi pieghe, che le luci dello spettacolo coloreranno di rosso sangue. In sostanza, palco e luci sono essenziali.

Alle 20:20 suona la band di supporto, cioè il gruppo che di solito fa compagnia agli spettatori prima del concerto vero e proprio. La cantante è una bella ragazza bionda, con una voce molto calda. Il rock di questo gruppo è morbido e il pubblico lo apprezza.

Ore 21:15: si spengono le luci e parte un'introduzione musicale registrata, mentre, tra le urla di tutti, il gruppo sale sul palco. Sono in cinque: oltre a Gahan, il batterista, il bassista, il chitarrista e il tastierista. Arrivano tutti assieme, salutano e prendono posto. Gahan ha un paio di pantaloni e un gilet neri. Sotto il gilet niente. Così, quando dopo la prima canzone se lo toglie, rimane a petto nudo per il resto del concerto. Può permetterselo: a 41 anni ha il fisico di vent'anni fa. Già da Dirty sticky floor, la prima canzone, si nota che anche la voce di Gahan è buona. I tempi degli abusi di droghe sono lontani.

La prima parte del concerto dura un'ora. Il gruppo suona quasi tutte le canzoni di Paper monsters e alcune dei Depeche Mode. Tra queste ultime, anche Personal Jesus, in versione più rock rispetto all'originale. Gahan, vero animale da palcoscenico, salta da un angolo all'altro e continua a coinvolgere gli spettatori, chiedendogli di cantare e di battere le mani. Il pubblico è entusiasta.

Il gruppo si allontana dal palco, ma dopo un paio di minuti di pausa torna. È la volta di Hold on, I feel you e Never let me down again. Alla fine di quest'ultima, tra gli applausi, Gahan presenta i quattro compagni. Il gruppo saluta e abbandona ancora il palco.

Cinque minuti e tornano. Sorpresa: il bassista ha un contrabbasso (che suonerà con tanto d'arco!), il tastierista una tastiera giocattolo, il chitarrista una chitarra semiacustica e il batterista si siede a una batteria con due soli tamburi e due soli piatti. Gomito a gomito, si mettono in mezzo al palco, con Gahan davanti a loro, in centro. Sembrano un'orchestrina del sud degli Stati Uniti: gli manca solo la pelle nera e il cappello di paglia. Suonano Condemnation, Dream on, Policy of truth e Enjoy the silence. Quest'ultima a metà si trasforma per pochi secondi in Just can't get enough, storico successo dei Depeche Mode. Il pubblico canta e applaude: un trionfo. Gahan, che ha dimostrato di divertirsi ancora sul palco, saluta più volte e se ne va.

     
 
 
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