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All'ovest niente di nuovo
Regia di Lewis Milestone
Con L. Ayres, L. Wolheim, J. Wray, S. Summerville, R. Griffith
Anno: 1930
Durata: 138 min.

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Bellissimo film che si ispira al libro Niente di nuovo sul fronte occidentale di Erich Maria Remarque.

Germania, 1914. La Grande Guerra è appena iniziata e un gruppo di giovani studenti si arruola con entusiasmo nell'esercito, convinto dai folli discorsi di un professore in preda all'esaltazione. Ben presto i ragazzi capiranno che la guerra non è un gioco.

Milestone ci sbatte sotto gli occhi l'orrore della guerra. In guerra l'uomo cambia: dà il peggio di sé, diventa una bestia. Perché la guerra gli toglie ogni traccia di umanità. Insomma: la guerra è assurda, è una cosa orribile.

Ma come inizia una guerra? Chi la vuole? "Una montagna della Germania offende una montagna della Francia?". Certo che no. La guerra inizia perché la vuole chi ha il potere. I soldati che la combattono e i civili che la subiscono sono solo vittime.

La guerra è assurda anche perché il nostro nemico ci somiglia. Già: è un uomo come noi. La guerra lo ha portato via alla famiglia, al lavoro, all'amore. Proprio come noi. Il suo unico torto è avere una divisa di un colore diverso dal nostro.

Inoltre, Milestone ci dice che la guerra ci toglie l'innocenza. Dopo che si è stati in guerra, niente è più come prima. L'orrore ci è entato così in profondità che tutto ci appare sotto una luce cupa.

Bellissima la scena in cui il protagonista, un soldato tedesco, resta a parlare con il soldato francese che ha appena ucciso. La disperazione per avere ucciso un uomo è raccontata in modo perfetto. Bellissima anche la scena finale: la guerra non perdona chi ha ancora una briciola di umanità.

     
 
 
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