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Central do Brasil
di Walter Salles
Con
F. Montenegro, V. De Oliveira, M. Pera, S. Lira, O. Bastos
Anno: 1998
Durata: 115 min.
a
Un bellissimo film che ci parla di sentimenti.
Dora è un'insegnante in pensione di Rio de Janeiro, in Brasile. Siccome i soldi della pensione sono pochi, ogni giorno Dora va alla stazione ferroviaria di Rio. Lì, per soldi, scrive e spedisce lettere per gli analfabeti. Un giorno, Dora incontra Josuè, un bambino rimasto senza madre. Josuè vorrebbe raggiungere il padre, che l'ha abbandonato e che vive in una città lontana. Anche se all'inizio non vuole, Dora parte con Josuè per aiutarlo a trovare il padre.
All'inizio del film, Dora è un personaggio negativo: è una donna cinica, quasi crudele. Infatti, non spedisce mai le lettere che scrive agli analfabeti: gli ruba i soldi dei francobolli. Di più: prima di distruggere le lettere, le legge a un'amica e ride delle storie e dei sentimenti di chi gliele ha dettate. Inoltre, quando incontra Josuè, lo inganna: invece di aiutarlo a trovare il padre, lo vende per mille dollari a dei criminali che vendono organi umani.
Ma Dora ha ancora un po' di coscienza e si pente. Così, libera Josuè e parte con lui, per cercare suo padre. Il viaggio le farà bene: la renderà una persona migliore. L'anziana donna scoprirà sentimenti che aveva dimenticato: l'amicizia, l'amore, la fiducia negli altri.
Salles ci avvisa:
chiunque di noi può diventare cinico come Dora. La colpa è della nostra paura di soffrire. Cioè: tutti noi abbiamo paura di legarci agli altri, perché temiamo che poi la nostra felicità dipenderà da loro. Questa paura ci spinge a vivere chiusi nel nostro guscio. Per esempio, Dora ha paura di aiutare Josuè perché anche lei, un tempo, è stata abbandonata dal padre. Perciò, conosce quel tipo di dolore e ha paura che Josuè glielo farà ricordare. Anche l'autista di camion che dà un passaggio a Dora e Josuè li abbandona per paura. Infatti, appena capisce che Dora s'è innamorata di lui, ha paura di ciò che può succedere e scappa.
Salles ci mostra la vita della gente povera e disperata del Brasile. Questa gente lotta ogni giorno contro la fame, la miseria, l'ingiustizia. È un Brasile molto diverso da quello che vedono i turisti.
Però, Salles ci dice che è possibile trovare la bellezza anche nella miseria e nella disperazione. Per esempio, quando i poveri dettano le lettere a Dora, scopriamo storie ricche di sentimenti. Anche queste persone hanno una dignità e dei sentimenti.
Salles ci dà un messaggio positivo. Infatti, nonostante la miseria, la povera gente non perde mai la speranza. Riesce sempre a trovare un modo per tirare avanti. Se proprio va male, le resta la fede in Dio o in un santo.
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