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Dolls
di Takeshi Kitano
Con
M. Kanno, H. Nishijima, T. Mihashi, C. Matsubara, K. Fukuda Anno: 2002
Durata: 113 min.
a
Il film ci fa riflettere sull'amore e sul modo giusto d'amare.
Tre storie d'amore infelice. Matsumoto e Sawako sono due giovani fidanzati. Sono felici, ma Matsumoto si fa prendere dalla sete di successo e lascia la fidanzata. Hiro è un vecchio capo della mafia giapponese. Da giovane era povero, ma aveva una fidanzata. Fidanzata che lasciò per entrare nella mafia e arricchirsi. Haruna è una giovane stella della musica leggera. Da quando ha avuto un incidente stradale passa le giornate su una spiaggia a guardare il mare. Nukui è un ragazzo che l'ama a tal punto da fare tutto per lei.
Kitano ci mostra tre persone che hanno preferito l'interesse personale all'amore. Se ne pentiranno. L'amore vale più dei soldi. È una verità che riguarda tutti.
Inoltre,
le tre storie parlano di persone che hanno amato troppo poco (Hiro, Haruna, Matzumoto quando lascia Sawako) e di persone che hanno amato troppo (la fidanzata di Hiro, Nukui, Matzumoto quando torna da Sawako). Amare troppo o troppo poco è errato. Chi ama troppo, dimentica d'amare se stesso. Chi ama troppo poco, fa del male all'altra persona.
Insomma: amare significa prendersi delle responsabilità. Verso noi stessi e verso la persona amata. Verso noi stessi, per impedire che l'oggetto del nostro amore assorba tutte le nostre attenzioni e non ne restino più per noi. Verso la persona amata, per impedirci di tradire il suo amore.
Kitano lega insieme le storie. Cioè: non le racconta una per volta, le porta avanti insieme. E i diversi protagonisti, che non si conoscono, addirittura s'incontrano. È un modo per farci capire che il messaggio del film ci lega tutti insieme, cioè ci riguarda tutti.
Kitano racconta le storie con poesia. Sullo sfondo, mette una natura bellissima, ma indifferente al dolore degli uomini.
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