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La mia vita senza me
di Isabel Coixet
Con S. Polley, A. Plummer, M. Ruffalo, L. Watling, S. Speedman
Anno: 2003
Durata: 101 min.
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Un film che emoziona e commuove.

Ann è una ragazza canadese di ventitré anni. Ann è moglie di Don, un ragazzo dolce ma poco concreto (infatti, è spesso disoccupato). Ann e Don hanno due figlie. Tutti insieme vivono in una roulotte nel giardino della madre di Ann. Un giorno, dopo un esame medico, Ann scopre d'avere un tumore e un paio di mesi di vita. Ann fa due cose. Primo: non dice niente ai familiari. Secondo: scrive una lista di cose da fare (che non ha mai fatto) prima di morire.

La malattia è l'occasione per Ann di fare un bilancio della sua vita. Così, Ann scopre che non ha mai vissuto davvero la vita. Perché, dato che s'è sposata ed è diventata madre giovanissima, ha sempre avuto resposabilità più grandi della sua età. In più, ha sempre avuto difficoltà economiche che l'hanno bloccata.

La storia di Ann riguarda tutti noi. Perché tutti noi, troppo spesso, ci limitiamo a esistere anziché vivere. Infatti, troppo spesso subiamo la vita anziché esserne protagonisti. Cioè: come Ann, viviamo una vita senza noi. Ed è ciò che succede anche ai familiari di Ann. Infatti, suo marito subisce gli eventi anziché cercare di dominarli. E anche la madre di Ann è incapace di vivere. La sua incapacità l'ha portata addirittura a un atteggiamento ostile verso gli altri.

La Coixet ci dice anche che abbiam perso la capacità di comunicare tra di noi. Per esempio, la migliore amica di Ann è una donna incapace d'ascoltare gli altri. L'unica cosa che le interessa è parlare della sua dieta per dimagrire. Anche la madre di Ann non sa comunicare: è troppo aggressiva. Forse, è anche per questo che Ann nasconde la sua malattia a tutti. Perché parlare con chi non può capire?

Inoltre, la Coixet critica la società d'oggi. Viviamo infatti in una società che vuole che ignoriamo la morte. Perché conta solo fare i soldi e spenderli per comprare prodotti. Perciò, nessuno pensa più alla morte, al dolore, alla sofferenza. Nessuno si fa più domande e nessuno cerca più risposte.

Eppure, se pensassimo di più alla morte, scopriremmo il piacere di vivere. Come succede ad Ann. Ann inizia a vivere sul serio solo quando sa che le rimane poco da vivere. Insomma: solo chi guarda in faccia la morte può apprezzare la vita e vivere davvero.

 
     
 
 
 
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