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Notte e nebbia
di Alain Resnais
Anno: 1956
Durata: 31 min.

Un documentario (cioè un breve film che dà informazioni su un tema preciso) sui campi di sterminio nazisti. I campi di sterminio erano enormi prigioni dove i nazisti rendevano schiavi e assassinavano i loro nemici e gli Ebrei. I nazisti erano i membri del partito nazista, il violento partito tedesco che provocò la Seconda guerra mondiale.

In trentuno minuti, mescolando immagini prese durante la guerra e immagini prese nel 1956, Resnais ci mostra tutto l'orrore dei campi di sterminio. Dal viaggio dei prigionieri verso i campi (ammassati come bestie in vagoni ferroviari), alla loro morte. La vita nei campi era impossibile: i prigionieri facevano lavori durissimi. Il cibo era scarso e l'igiene pessima. E l'orrore continuava anche dopo la morte dei prigionieri. Infatti, con le loro ossa si facevano concimi. Con il grasso dei loro corpi si faceva il sapone. Con la loro pelle si facevano fogli da disegno. Con i capelli delle donne si facevano tessuti.

Inoltre, i prigionieri dovevano sopportare molte umiliazioni. Per esempio, quando arrivavano nei campi, venivano spogliati nudi e i loro capelli tagliati a zero. Poi, sulle loro braccia, con un inchiostro che non si poteva cancellare, veniva scritto un numero di riconoscimento. I prigionieri erano umiliati perfino quando andavano in bagno. Infatti, i loro gabinetti erano enormi locali disgustosi, senza pareti per dividere gli spazi.

Resnais ci mostra fino a che punto può arrivare la crudeltà umana. In molti campi, medici tedeschi facevano esperimenti (spesso mortali) sui prigionieri. Le camere a gas (quei grandi saloni dove gruppi interi di prigionieri venivano uccisi con gas velenosi) hanno ancor oggi sui muri i graffi dalle unghie dei prigionieri.

Resnais ci fa vedere che i nazisti amavano scherzare i prigionieri. Infatti, nei campi, c'erano cartelli con scritte come "Il lavoro rende liberi" o "La pulizia è salute". Inoltre, in ogni campo c'era una prigione. Forse che i prigionieri erano liberi nel resto del campo?

Perché tutta questa crudeltà? Da dove viene tanto male? Ogni uomo ha una coscienza ma, a volte, non la usa. Quando capita questo, ogni orrore è possibile. Perché, tra l'altro, l'uomo si abitua a tutto, anche all'omicidio. Finisce addirittura per crederlo normale. Non a caso, Resnais ci mostra che, nei processi fatti a fine guerra, molti criminali nazisti dichiararono ai giudici: "Non sono responsabile".

Insomma: Resanais ci mostra che il male è banale. Cioè: fare il male è facilissimo. Non a caso, i criminali dei campi di sterminio non erano quasi mai uomini cattivi: erano gente normale. Cioè: per fare il male, non serve essere mostri di crudeltà, chiunque può farlo. Proprio per questo, non dobbiamo dimenticare l'orrore dei campi di sterminio. Primo, perché ciò che è successo una volta può succedere ancora. Secondo, perché i criminali erano gente come noi.

I commenti alle immagini del film sono brevi, asciutti. Resnais evita la rabbia nel commentare i crimini dei Tedeschi. Ed evita anche di commentare in modo troppo commovente, da lacrime. Resnais lascia parlare solo i fatti. Ed è la scelta di stile più efficace.

Bellissime le musiche di Hans Eisler: sottolineano bene il messaggio che Resnais vuole darci.

 
     
 
 
 
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