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Quarto potere
di Orson Wells
Con O. Welles, J. Cotten, E. Sloane, D. Comingore, P. Stewart
Anno: 1941
Durata: 120 min.
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Per molti è il miglior film di sempre. È comunque certo che il cinema moderno nasce qui. Il grandangolo (un sistema di lenti che fa registrare alla telecamera immagini con una profondità maggiore), le scene che saltano indietro nel tempo, il regista che è anche attore e scrittore della storia: tutto nuovo per quei tempi. E Welles aveva solo 26 anni.

Il film ci racconta la vita di Charles Kane, un uomo nato povero che diventa in poco tempo un ricco e potente direttore di giornale. La sua è una vita vissuta a cento all'ora, tra soldi, successo, fama. Ma una vita che, alla fine, si mostra per quello che è stata veramente: un fallimento. Perché Kane, nonostante abbia raggiunto traguardi che tutti invidiano, non ha mai amato. È sempre stato un uomo solo.

Kane ha passato la vita ad arrivare sempre più in alto. C'è riuscito, ma s'è dimenticato di amare gli altri e stesso. Ha cioè fallito sulle uniche due cose che contano davvero. Per colpa del suo egoismo.

Dobbiamo avere valori più veri e sinceri. Ascoltiamo noi stessi e non le pretese della società. Altrimenti vivremo una vita falsa e saremo infelici. L'ammirazione degli altri non ci inganni. Molto bella, in questo senso, la scena finale. Kane è ormai morto e la telecamera ci mostra un gran numero d'oggetti nell'immenso sotterraneo della sua villa. Sono le cose che usava da vivo. Ora son state buttate lì, come tesori inutili. Ne è valsa la pena, Kane?

La scena finale è storia del cinema. Finalmente capiamo il significato di "Rosabella", la prima parola pronunciata nel film. Quella alla base dell'intera storia.

Wells amava il teatro, la letteratura, la radio e il cinema. Nel film è riuscito a mettere insieme tutti e quattro. Geniale.

 
     
 
 
 
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