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Viale del tramonto
di Billy Wilder
Con
G. Swanson, W. Holden, E. von Stroheim, B. Keaton, N. Olson
Anno: 1950
Durata: 110 min.
a
Grande capolavoro della storia del cinema.
Joe Gillis è un giovane sceneggiatore (cioè uno scrittore di storie per il cinema) senza un soldo. Joe incontra per caso una vecchia e ricca attrice del cinema muto, Norma Desmond, che sogna di tornare a recitare con il successo di un tempo. Per interesse, Joe diventa l'amante di Norma. Questa decisione porterà entrambi alla tragedia.
Wilder ci parla della difficoltà di accettare il tempo che passa. Norma è stata una grande attrice del cinema muto, ma i tempi sono oramai cambiati e lei non è più giovane. Dovrebbe accettare d'essere sul viale del tramonto, sia lavorativo che umano, ma è troppo orgogliosa per farlo: "Io sono sempre grande, è il cinema che è diventato piccolo". E continua a sognare un ritorno sulle scene che mai ci sarà.
Ma che senso ha ribellarsi allo scorrere del tempo? Nessuno, ci dice Wilder. Norma è ridicola con la sua
pretesa di tornare grande. Di più: il suo atteggiamento vanitoso la porterà all'omicidio e alla pazzia. E pensare che, come dice Joe, "non c'è niente di tragico ad avere cinquant'anni, se non se ne vogliono avere venti a tutti i costi".
Insomma: è bene guardare in faccia la realtà, sempre, anche se è dura. Perché altrimenti finiamo come Norma. Rischiamo cioè di vivere nell'illusione, d'essere ridicoli e di fare del male a noi stessi e magari anche agli altri. E rischiamo pure di farci usare. Infatti, Norma ha così voglia di sentirsi ancora giovane, bella e amata che per Joe è facile ingannarla. Gli basta dirle ciò che lei vuole sentirsi dire.
Il film è pieno d'ironia, proprio perché il tentativo di Norma di resistere al tempo che passa è ridicolo. Nella sua folle illusione, Norma cerca addirittura di fermare il tempo. Non a caso vive in una vecchia villa in cui tutto pare fermo a quand'era una grande attrice. Peccato che quell'atmosfera sembri adesso fuori dal mondo e dal tempo. Di più: quel piccolo mondo di vecchi ricordi felici è un posto nero, buio, quasi mortale.
Per Wilder, accettare la realtà significa anche accettare l'amore. Joe rinuncia all'amore di Betty, la sua giovane collega, per la sete di successo e di soldi.
È proprio per questo che diventa l'amante di Norma. Una scelta sbagliata che gli costerà cara.
Wilder attacca il mondo dello spettacolo, un ambiente che apprezza solo il successo quotidiano e che non ha pietà di chi è uscito di scena. Lo capiamo quando Norma fa visita al regista De Mille nello studio dove si gira un film. Un tecnico delle luci le punta addosso un faro per caso. Tutti la riconoscono e la salutano. Poi, il tecnico sposta il faro da Norma alla scena e la gente se ne va, lasciandola sola. Il mondo dello spettacolo è così: crea e distrugge carriere in poco tempo. E senza pietà.
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