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Della dissimulazione onesta
di Torquato Accetto
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Un libro che ci dà consigli per difenderci dalla violenza del potere e della società. Il libro fu pubblicato nel 1641 e poi dimenticato. Fu il filosofo Benedetto Croce a riportarlo all'attenzione di tutti, nel 1928.
Accetto denuncia l'ipocrisia della società del suo tempo (egli visse in Puglia, quando l'Italia era dominata dalla Spagna). Dato che la società è corrotta, Accetto si chiede quale comportamento dovrebbe tenere chi è onesto come lui. Perché una società corrotta è pericolosa per chi è onesto. Perciò, è necessario trovare un'arma di difesa.
Per Accetto, l'arma di difesa più efficace è la dissimulazione. Cioè l'arte di nascondere la verità ("una industria di non far veder le cose come sono"). In sostanza, è la prudenza.
Attenzione: non bisogna confondere la dissimulazione con la menzogna. Infatti, per Accetto, dissimulare non significa mentire ma nascondere. Non a caso, Accetto loda la verità in più punti del libro. Quindi, la dissimulazione serve solo a dare "qualche riposo al vero, per dimostrarlo a tempo". Cioè: quando si è oramai sicuri di non correre più pericoli, bisogna tornare a essere sinceri.
Per Accetto, la dissimulazione esiste anche in natura. Per esempio, la rosa nasconde dietro la sua bellezza il fatto che un giorno appassirà. Perfino Dio dissimula: sembra assente, invece c'è.
Accetto ci parla anche della dissimulazione con se stessi. Per Accetto, un uomo infelice può e deve dimenticare la sua sventura, per un po' di tempo. La dissimulazione con se stessi è perciò una cura. Basta solo non esagerare. Perché l'uomo infelice deve tornare alla realtà in tempi brevi, per cercare di risolvere i suoi guai.
Qual è il valore di questo libro? Il suo valore non sta tanto nei consigli che ci dà per difenderci dalla violenza del potere e della società. Sta invece nel fatto che, in più punti, Accetto loda la bellezza delle cose e del mondo. E lo fa pur sapendo che questa bellezza è passeggera. Infatti, egli sa che, prima o poi, tutto passa, così come passa una bella rosa. Ma godere della bellezza è un sollievo che ci rende meno amaro il pensiero della morte. |
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